23 marzo 2004

Un altra morte a causa dell'amianto?

CARLO MONTANARI
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE
LOTTA ALL’AMIANTO (A.L.A.)

VIA DELLE ROSE, 7
60019 SENIGALLIA (AN)
TEL. 071 – 659611 347 - 9562658

Spett.li
ORGANI DI INFORMAZIONE LOCALI



OGGETTO: UN’ALTRA MORTE A CAUSA DELL’AMIANTO ?



L’A.L.A. associazione lotta all’amianto, nella persona del presidente Carlo Montanari, si unisce al dolore dei familiari per la scomparsa del geom. Eligio Valenti, ex capo fabbrica dell’ex stabilimento Sacelit di Senigallia.

Riguardo la morte di Valenti, non va dimenticato che sono trascorsi 22 anni ed ancora lo stabilimento Sacelit si trova lì, come un fantasma, e torna ad essere ricordato per le cause di morte da tumore che l’amianto ha determinato.

Da apposite rassegne stampa mi torna il mente la morte di Fabio Siena (il 20 aprile 2001) ex operaio presso gli stabilimenti Sacelit ed Italcementi di Senigallia, persona consapevole del pericolo che incombeva su di lui a causa dell’amianto.

Ed allora viene da domandarsi: per quale motivo si parla solamente di elettrosmog e di inquinamento ambientale ? Perché non si parla quasi mai dei rischi dell’amianto ? Perché l’argomento torna d’attualità soltanto se riguarda i familiari degli ex dipendenti di Sacelit ed Italcementi ?

L’A.L.A. sta seguendo la questione anche perché, a distanza di 22 anni, forse presso l’Azienda Usl 4 di Senigallia (responsabile S.P.S.A.L.), si inizia a fare qualcosa di concreto.

E’ stato in effetti da poco istituito presso lo stabile di Campo Boario (al 2° piano) un ambulatorio gestito dal dott. Paolo Magnini per effettuare controlli medici nei riguardi di quelle persone che hanno prestato servizio presso gli ex stabilimenti Sacelit ed Italcementi, attualmente aperto con in forza quattro dipendenti ai quali vengono a tutt’oggi effettuate annuali visite di controllo. Purtroppo il monitoraggio è ancora un po’ indietro nella tempistica anche a causa dell’assenza di una dottoressa che si trova in stato di maternità. Quindi per l’effettuazione di controlli con il pneumologo i tempi sono ancora un po’ lunghi.

Per tali controlli va anche detto che i medici di famiglia sono stati informati attraverso elenchi di ex dipendenti degli stabilimenti Sacelit ed Italcementi. Elenchi che però risultano ancora inesatti e non completi.

A riguardo l’A.L.A. ha l’obiettivo di monitorare la questione e si impegna ad ottenere risultati concreti attraverso lo snellimento delle relative procedure burocratiche che spesso rallentano l’effettuazione dei necessari controlli.

IN FEDE
Carlo Montanari
- Presidente A.L.A.-



Senigallia, 23 marzo 2004

19 marzo 2004

Progetto "La salute va in porto"

Gentil.mo Presidente,

come da precedenti accordi Le invio in allegato copia della relazione sul progetto "La salute va in porto": sintesi dei risultati del programma di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti ad amianto operanti nell'area portuale di ancona.

Al più presto Le farò avere la lettera in cui si evidenziano i campi di intervento della Clinica di Medicina del Lavoro e le carenze organizzativo strutturali che non ci permettono di avviare un serio programma di screening dei lavoratori ex-esposti ad amianto.

Distinti saluti

Prof. Matteo Valentino
Dr. Venerando Rapisarda
Dipartimento di Patologia Molecolare e Terapie Innovative, Medicina del Lavoro.
Università Politecnica delle Marche.

PROGETTO "LA SALUTE VA IN PORTO": SINTESI DEI RISULTATI DEL PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI EX ESPOSTI AD AMIANTO OPERANTI NELL'AREA PORTUALE DI ANCONA

Prof. Matteo Valentino, Dr. Venerando Rapisarda
Dipartimento di Patologia Molecolare e Terapie Innovative, Medicina del Lavoro.
Università Politecnica delle Marche.


Nella città di Ancona, come in tante altre città costiere, il porto oltre a rivestire un ruolo di primaria importanza, può essere, o per lo meno è stato, fonte di emissione di fibre di amianto.

Gli effetti delle fibre di amianto sulla salute sono ben noti: patologie polmonari tumorali e non tumorali a volte si manifestano clinicamente dopo una latenza di 20-40 anni dall'esposizione iniziale, questo anche in relazione alla suscettibilità del soggetto e all'entità dell'esposizione.

Il legislatore con il D.Lgs. 277/91 art. 29 comma 4 ha indicato la necessità di sottoporre ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell'attività lavorativa quei lavoratori che sono stati professionalmente esposti ad amianto, ma non ha indicato i soggetti a cui attribuire le spese.

Nel 2004, nell'ambito del progetto La Salute va in porto, l'Università Politecnica delle Marche ed in particolare la Clinica di Medicina del Lavoro -in collaborazione con Servizio PSAL dell'ASL 7 di Ancona, Direzione INAIL, Direzione INPS, CNA Service s.r.l., AR.CO.S Soc Coop. a.r.l., UIL, CGIL, CISL, Confartigianato Marche Federazione, Cooperativa Scaricatori Porto-CPS, Assindustria, Fincantieri, Cereol S.p.A., Istituzioni Comunali, Provinciali e Regionali, Ordine dei Medici Chirurghi di Ancona- ha effettuato due anni di follow-up sanitario di 1600 lavoratori operanti nell'area portuale di Ancona e riconosciuti ex-esposti all’amianto dall'INAIL; con lo scopo di indicare le linee da seguire per la sorveglianza sanitaria.

Tutti sono stati invitati con una lettera a partecipare alla ricerca.

360 soggetti, 348 maschi e 12 femmine, si sono presentati a visita medica: oltre i 2/3 delle persone avevano patologie non legate all’asbesto ad andamento cronico per le quali assumevano farmaci in via continuativa, avevano età media di 62 anni, anzianità lavorativa media di 29 anni con un periodo di esposizione compreso tra il 1951e il 1993. Oltre il 65% aveva una abitudine tabagica con un numero medio di pacchetti - anno fumati di oltre 20.

Il 74% aveva lavorato presso i cantieri navali, il 13% presso un'azienda che tratta semi oleosi e che opera nel porto, il 7% era stato adibito a lavori di carico e scarico su navi e in banchina, il 6% aveva operato in ditte di spedizioni nell'area portuale.

Abbiamo stimato le dosi di esposizione cumulativa a fibre di amianto sulla base del dati anamnestici lavorativi e dei dati bibliografici [Magnani, 2000]; vi era una ampia eterogeneità dei livelli espositivi, compresi tra 0,04 ff/ml e 490 ff/ml, conseguentemente si può ritenere che per alcuni lavoratori vi possano essere stati anche livelli cumulativi espositivi superiori a 200 ff/ml x anni, livelli che vengono considerati meritevoli di una sorveglianza sanitaria eventualmente integrata da esami strumentali specifici come per es. la TC assiale [Saia et al, 2004].

I risultati hanno evidenziato una netta prevalenza di sintomatologia respiratoria tra coloro che avevano effettuato lavori di verniciatura e di carpentieria metallica, deficit restrittivi spirometrici erano maggiormente presenti nei saldatori, mentre meccanici e tornitori presentavano la maggiore percentuale di deficit ostruttivi.

92 soggetti hanno effettuato la radiografia del torace, 42 sono ricorsi anche alla tomografia computerizzata (TC) che ha dimostrato una migliore sensibilità diagnostica specie per le placche pleuriche che sono state ritrovate esclusivamente tra i lavoratori dei cantieri navali mentre ispessimenti pleurici e noduli fibrotici sono stati rilevati anche in lavoratori che operavano sulla banchina. Nel follow up si sono messi in luce tre mesoteliomi pleurici tutti tra ex lavoratori dei cantieri navali (manutentori, elettricisti).

Non riportiamo i dati relativi alla ricerca dei corpuscoli asbestiformi nell'escreato dal momento che l'esame andrebbe effettuato dopo un'adeguata preparazione, per es. aerosol con soluzione fisiologica, o durante un periodo in cui vi è espettorazione, per es. durante un episodio bronchitico; questo esame è pertanto meritevole di essere proposto proprio solo attraverso la collaborazione del medico curante.

L'esposizione a dosi cumulative più elevate non sembra correlabile a deficit specifici della funzionalità ventilatoria rilevabili con l'esame spirometrico, ma sembra associata ad un significativo coinvolgimento della pleura.

E' possibile ipotizzare, considerando l'elevatissima attività biologica dell'asbesto, che possano essere individuati, in un futuro non remoto, markers biologici - p.es. dosaggio della mesotelina, dosaggio di interleuchine [Robinson et al., 2003;: Gangemi et al., 2005] che attraverso un semplice prelievo di sangue possano essere di supporto nella sorveglianza sanitaria degli ex esposti, anche perche' il picco di incidenza di mesotelioma pleurico maligno in Italia e' stato stimato nel prossimo decennio [Marinaccio et al., 2005].

In sintesi lo studio conferma che nel seguire gli ex esposti ad amianto. preliminarmente alle indagini strumentali, è fondamentale un approccio che stimi l'entità dell'esposizione e consideri il quadro clinico dal momento che spesso si tratta di soggetti ultra60enni, con abitudine tabagica e concomitanti patologie, non legate all'asbesto, che già da sole meritano un attento monitoraggio clinico.

Pertanto la sorveglianza sanitaria degli ex esposti richiede l'integrazione tra le valenze professionali specifiche del medico del lavoro e del medico curante.

Bibliografia.

GANGEMI S, RAPISARDA V, MINCIULLO PL, DI PASQUALE G, LOMBARDO G, VALENTINO M, FENGA C: Circulating levels of interleukin-18 asbestos-exposed workers. Toxicol Ind Health 21:125-129, 2005.

MAGNANI C, AGUDO A, GONZALEZ CA, ANDRION A, CALLEJA A, CHELLINI E, DALMASSO P, ESCOLAR A, HERNANDEZ S, IVALDI C, MIRABELLI D, RAMIREZ J, TURUGUET D, USEL M, TERRACINI B: Multicentric study on malignan pleural mesothelioma and non-occupational exposure to asbestos. Br J Cancer 2000; 83 (1): 104-111

MARINACCIO A, MONTANARO F, MASTRANTONIO M, UCCELLI R, ALTAVISTA P, NESTI M, COSTANTINI AS, GORINI G: Predictions of mortality from pleural mesothelioma in Italy: a model based on asbestos consumption figures supports results from age-period-cohort models. Int J Cancer. 2005 May 20;115(1):142-7.

ROBINSON BW, CREANEY J, LAKE R, NOWAK A, MUSK AW, DE KLERK N, WINZELL P, HELLSTROM KE, HELLSTROM I: Mesothelin-family proteins and diagnosis of mesothelioma. Lancet. 2003 Nov 15; 362(9396):1612-6

SAIA B, MASTRANGELO G, VALENTINI F, MARCHIORI L: Relazione sugli aspetti epidemiologici degli studi condotti nei soggetti ex-esposti a CVM e amianto. In: Sperimentazione di un modello di sistema di sorveglianza sanitaria e assistenza sanitaria ai lavoratori con pregresse esposizioni professionali a cancerogeni (CVM-amianto) REGIONE VENETO-Giunta Regionale, 2004

15 marzo 2004

Associazione Lotta all'Amianto (A.L.A.)


L’A.L.A. associazione lotta all’amianto, nella persona del presidente Carlo Montanari, si batte per la lotta all’amianto e, per questo motivo, cerca di essere presente in tutte le questioni che riguardano questo gravissimo problema.

Purtroppo i mezzi a disposizione sono molto modesti e, nonostante la grande solidarietà ottenuta a Senigallia, si fa molta fatica per ottenere risultati e divulgare all’opinione pubblica il lavoro dell’associazione.

Abbiamo molte idee a riguardo, tra le quali quelle di incaricare professionisti per consulenze legali ed esami di laboratorio ma, purtroppo, le spese a riguardo sono elevate per un’associazione come la nostra senza fini di lucro e che si basa sul volontariato degli iscritti.

Per questo motivo ci rivolgiamo a tutti coloro che, eventualmente, intendano dare un sostegno all’associazione attraverso un’apposita sottoscrizione.

Chiunque sia interessato può contattare l’A.L.A. rivolgendosi al presidente Carlo Montanari ai seguenti numeri telefonici: 071–659611 347-9562658

In caso di eventuali versamenti in denaro il conto corrente intestato all’associazione A.L.A. è il numero 11473 presso la filiale di Senigallia della Banca Popolare di Ancona.

Distinti saluti.

Senigallia, 16 marzo 2006

In data 15 marzo 2004 è stata costituita ufficialmente l’A.L.A. associazione lotta all’amianto composta da ex lavoratori delle ditte Sacelit, Italcementi S.p.a. e di altre aziende soggette al rischio amianto.

L’associazione, con sede a Senigallia, in via delle Rose 7, presieduta da Carlo Montanari, ha per statuto finalità apolitiche, morali, sociali e non ha fini di lucro.

Lo scopo dell’A.L.A. è quello di

1) promuovere l’informazione scientifica sui danni e rischi dovuti all’amianto ed a qualunque altro agente tossico - nocivo
2) divulgare le esperienze di lotta di lavoratori esposti all’amianto o ad altri agenti tossico - nocivi
3) divulgare l’informazione scientifica in campo sanitario al fine di creare e sostenere una maggiore consapevolezza sui problemi della salute
4) individuare e denunciare i rischi prodotti dall’amianto
5) informare sulle misure non attuate da parte di istituzioni politiche, sanitarie, sindacali, industriali ed economiche per prevenire malattie derivanti dall’esposizione all’amianto
6) informare per l’ottenimento di risarcimenti danni morali ed economici a favore di familiari di persone colpite da malattie derivanti dall’esposizione all’amianto
7) informare attraverso media, convegni, conferenze ed incontri sulla lotta all’amianto alla presenza di persone coinvolte direttamente ed indirettamente sul problema.

L’A.L.A. sostiene i lavoratori che si prefiggono di bandire l’uso all’amianto e di altri agenti tossici – nocivi in tutti i processi di lavorazione ed i cittadini, singoli o associati, anche sul piano giuridico, che sono colpiti da esposizione all’amianto e da altri agenti tossici – nocivi.

Questo l’organigramma dell’A.L.A., il cui logo simboleggia un cuore con ali a testimonianza dello scopo che si prefigge la stessa associazione:

SOCIO (INCARICO) EX DIPENDENTE

CARLO MONTANARI (PRESIDENTE) SACELIT / ITALCEMENTI
GIOVANNI GAROFOLINI (V. PRESIDENTE) CANTIERE NAVALE
ROSANNA MARCELLI (SEGRATARIA) SACELIT / ITALCEMENTI
GIANCARLO DEL GOBBO (TESORIERE) SACELIT / ITALCEMENTI
CLAUDIO GRESTA (CONSIGLIERE) ITALCEMENTI
DANTE BARUCCA (CONSIGLIERE) SACELIT
DARIO BARUCCA (CONSIGLIERE) SACELIT

Chiunque abbia intenzione di contattare l’A.L.A. può rivolgersi al presidente Carlo Montanari ai seguenti numeri telefonici: 071–659611 347-9562658

Senigallia, 15 marzo 2004