07 dicembre 2005

Relazione di Carlo Montanari al convegno sull'amianto del 7 dicembre 2005

RELAZIONE CARLO MONTANARI

Convegno amianto 7 dicembre 2005

Mi presento per chi non mi conoscesse. Io sono Carlo Montanari, presidente dell’Associazione lotta all’amianto. Ringrazio tutti i presenti a partire dal sindaco che ci ha concesso il patrocinio per realizzare questo incontro, l’assessore Ceresoni, tutti i relativi invitati al dibattito che seguira’ coordinatore dal moderatore Ciro Montanari e tutti coloro che sono presenti cosi numerosi in sala.

Il mio intervento verterà su uno spaccato di vita lavorativa vissuta negli stabilimenti Sacelit ed Italcementi in qualità di addetto all’amministrazione del personale sotto vari aspetti e, successivamente, “jolly” nei vari settori amministrativi.

La nostra associazione è nata da poco, esattamente il 15 marzo 2004 ma benché siano passati poco piu’ di 21 mesi di attività, ne abbiamo fatte tante. Perché il logo un cuore tra le ali?

Perché per me rappresenta la morte. Non voglio impressionarvi ne creare panico tra di voi ma, forse, quando sentirete quello che sto per affermare, forse lo capirete, anche perché l’amianto ha procurato tante morti, indistintamente operai, impiegati.

In particolare nella Sacelit sono deceduti due impiegati per amianto: il capo fabbrica Eligio Valenti ed un addetto alle manutenzioni Marcello Moroni.

Per non parlare degli operai che, se dovessi elencarli, ruberei troppo tempo all’incontro.

Senigallia, con la presenza dello stabilimento Sacelit che produceva materiali in cemento amianto è una delle città nella provincia di Ancona piu inquinata. La facilità di acquistare prodotti con sconti da parte dei dipendenti, ha coperto la superficie di tanti edifici sia pubblici che privati.

Per non dire delle tubazioni interne come scarichi e rivestimenti di pannelli in cemento amianto negli edifici e nelle tubazioni per l’allestimento delle navi nel cantiere navalmeccanico.

L’amianto arrivava dal Canada fino agli anni ’75 quando fu reso cancerogeno negli Stati Uniti.

Successivamente veniva dalla Russia, da Balangero e dal Sud Africa, quello blu, il piu cattivo a fibre lunghe.

Forse se ci avessero detto che l’amianto era cancerogeno e non dover aspettare il 1992 (legge 27 marzo 1992 n. 257 “norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”) qualche operaio o impiegato avrebbe potuto scegliere se rimanere o lasciare la fabbrica e non ammalarsi di tumore o morire dello stesso.

Un cenno lo faccio su come venivano smaltiti gli sfridi della lavorazione e melme di resulta. Dall’inizio sino al 1976 il materiale rottamato solido veniva distribuito (con autorizzazioni scritte per il carico) con camionisti, uno deceduto ed uno vivente a chi ne facesse richiesta, imprese o privati per opere di resulta, per edifici, di distributori, strade o quant’altro.

Mentre il materiale fluido veniva scaricato in mare con una tubazione diametro 90 in plastica che, partendo dallo stabilimento Sacelit, arriva agli scogli in mare. Successivamente furono costruiti due silos all’ingresso che filtravano le acque di lavorazione e mentre quelle buone filtrate rientravano nel ciclo di lavorazioni, quelle solide dal 1976 al 1980 furono scaricate alla discarica Sant’Angelo. Successivamente dal 1980 al 1983 il materiale solido veniva scaricato alla cava San Gaudenzio dietro concessione dell’Italcementi di Bergamo. Per quanto riguarda San Gaudenzio fu fatta la bonifica ma quanta e dove ?

Personalmente conosco il sito dove avvenivano gli scarichi. La stampa riporta (Corriere Adriatico 5 novembre 2000) che nel periodo 1992 – 1995 il dipartimento di prevenzione ha provveduto a far bonificare interamente gli ambienti interni ed esterni dell’ex stabilimento Sacelit dalla presenza di amianto friabile derivante dalle passate lavorazioni ed alla bonifica dell’ex cava San Gaudenzio utilizzata in parte, come discarica, di materiali e sfridi in cemento amianto prodotti. Sono state smaltiti 427,80 quintali di amianto friabile e 1219, 68 tonnellate di sfridi di lavorazione in cemento amianto. E’ stata data informazione alla cittadinanza di concerto con il comune di Senigallia sul rischio relativo alla presenza di cemento amianto nelle strutture pubbliche e private. La Usl n. 4 ha deciso di divulgare entro il 2000 un opuscolo informativo sul problema in argomento allo scopo di sensibilizzare i lavoratori, i cittadini e le aziende e di fornire i primi elementi tecnici di pratica utilità per un corretto comportamento.

In attesa del censimento, la Regione Marche ha istituito un gruppo di lavoro formato da esperti con il compito di formare il personale deputato al censimento stesso e di elaborare linee guida per emanare le norme tecniche di attuazione; dopodiché si darà corso alla fase operativa del monitoraggio.

Il dott. Fiorenzuolo affermava infine l’invito della presente nota quale contributo ad una corretta informazione circa i rischi associati all’esposizione ai materiali contenenti amianto senza volere ne sottovalutare il problema, ne creare allarmismi che possono indurre stati di ansia e rappresentare essi stessi un fattore di rischio di salute.

Successivamente però il 1 maggio 2001 (sempre dal Corriere Adriatico) noi comunisti italiani chiediamo che sia avviata una seria indagine sul livello di inquinamento di amianto nei terreni, nell’aria, nelle falde, nella cava di san Gaudenzio e nel sottosuolo della Sacelit.

Qualcosa non mi convince ! Sicuramente vogliamo sapere la verità che in parte riteniamo di sapere come associazione. Per esempio alla Sacelit, punti sottosuolo sono ingresso ex Coni, capannone di carico, ex deposito serbatoi.

Per quanto concerne la presenza di amianto da verificare alla Sacelit:
campionatura delle polveri nei reparti di produzione, in particolare sala olandesi
campionatura degli ex displuvi o fogne
cisterna ex macchina nastro
controllo vasca di desolazione
controllo capannone reparto recupero

Per quanto concerne l’acqua potabile, l’acquedotto di Senigallia, corre su 130 chilometri di tubi in cemento amianto installati sino al 1984.

Multiservizi comunica in data 14 ottobre 2005 ai sensi della legge n. 27 marzo 1992 n.257 e del D.M. 6 settembre 1994 – allegato 4 – il responsabile puo essere contattato tramite la struttura di questa società Multiservizi. Per quanto concerne la consistenza dello stato di conservazione dei tubi in cemento amianto, tali planimetrie possono essere consultate dalla nostra associazione presso gli uffici di Ancona. A firma il direttore generale, ing. Patrizio Ciotti.

Il dott. Fiorenzuolo asserisce che l’ipotesi che l’amianto avesse effetti cancerogeni anche a livello dell’apparato digerente si è sviluppata agli inizi degli anni ’70 con i primi tentativi di individuare il rischio legato all’ingestione di fibre veicolate da cibi, bevande, farmaci e soprattutto acqua potabile.

Studi internazionali non hanno evidenziato un’associazione fra eccesso di tumori gastro intestinali e consumo di acqua potabile con concentrazione di fibre d’amianto.

L’organizzazione mondiale della sanità non ha peraltro definito un valore di linea guida relativo alla presenza di amianto nelle acque potabili.

Però, secondo il SAFE Drinking Water committe della national academy of sciences statunitense il rischio tumore sarebbe dell’ordine di un tumore gastro enterico ogni 100 mila abitanti che abbiano ingerito per 70 anni di vita acque con concentrazione di amianto pari a0,1 – 0,2 mfl (milioni di fibre per litro).

Il rilascio di fibre dipende dalla solubilizzazione della matrice cementizia dovuta soprattutto alla sottrazione di ioni calcio, in tale situazione le fibre possono essere liberate e cedute all’acqua.

Una circolare del ministero della sanità suggerisce un indice di aggressività dell’acqua pari a 12. L’acqua distribuita dalla Multiservizi spa sul territorio di Senigallia presenta un indice pari a 11.6.

Quindi le fonti scientifiche non correlano l’insorgenza di tumori gastro interici all’ingestione di fibre di amianto.

SIN QUI ALCUNI DATI ED ALCUNE INDICAZIONI SULLA PRESENZA E SUI RISCHI DELL’AMIANTO A SENIGALLIA.

SENZA LANCIARE ACCUSE O CREARE TIMORI ESAGERATI, NON POSSO PERO’ NON SOTTOLINEARE CHE LA SITUAZIONE NON PUO’ ESSERE CONSIDERATA SICURA AL 100%.

PER ARRIVARE A QUESTO RISULTATO CHE TUTTI AUSPICHIAMO, E’ NECESSARIO PROVVEDERE ATTRAVERSO TUTTI I MEZZI E TUTTE LE MISURE IDONEE.

PER QUESTO, IN QUESTA SEDE, CHIEDO CHE CHI DI DOVERE E LE AUTORITA’ COMPETENTI, SI IMPEGNINO PER GARANTIRE LA MASSIMA SICUREZZA CONTRO L’AMIANTO, QUELL’AMIANTO RESPONSABILE DI DECINE E DECINE DI MORTI A SENIGALLIA.

ANCHE E SOPRATTUTTO PERCHE’ MOLTE BONIFICHE DOVRANNO ESSERE EFFETTUATE CON LA DOVUTA CAUTELA.


Un’ultima annotazione: a nome di diversi cittadini senigalliesi faccio presente che si richiede all’amministrazione comunale la possibilità di edificare un piano o una mansarda, eliminando le strutture in amianto esistenti a proprie spese. Questo in particolare nelle campagne.

ORA LASCIO LA PAROLA AGLI ALTRI RELATORI

06 dicembre 2005

Raccolta firme bonifica tettoie in cemento armato

CARLO MONTANARI
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE
LOTTA ALL’AMIANTO (A.L.A.)

VIA DELLE ROSE, 7
60019 SENIGALLIA (AN)
TEL. 071 – 659611 347 - 9562658

Alla c.a.
Sindaco di Senigallia
LUANA ANGELONI



OGGETTO: RACCOLTA FIRME BONIFICA TETTOIE IN CEMENTO AMIANTO SCUOLA “ARCOBALENO”



Con la presente, si consegna la documentazione relativa alla questione “Bonifica tettoie in cemento amianto scuola per l’infanzia Arcobaleno”. Nello specifico si allegano:

1) lettera di segnalazione del problema al preside della scuola “Marchetti” Mario Cavallari

2) lettera di risposta del direttore del servizio prevenzione zona territoriale 4 Giovanni Fiorenzuolo

3) lettera dell’Associazione lotta all’amianto per sottolineare la mancanza di rassicurazioni fornite

4) petizione con n. 68 firme raccolte da cittadini senigalliesi
Si sottolinea infine che tale petizione è stata effettuata a seguito della mancanza di rassicurazioni da parte dell’assessore Simone Ceresoni riguardanti la bonifica delle tettoie in cemento amianto adiacenti la scuola per l’infanzia “Arcobaleno”.
Con la speranza che tale documentazione permetta di risolvere al piu’ presto la questione, si porgono distinti saluti.

IN FEDE



Senigallia, 6 dicembre 2005