05 dicembre 2007

Anche un'interrogazione sul rischio amianto alla scuola Arcobaleno

Da un lato sembra una telenovela, ovvero una storia con un determinato numero di puntate, da un altro lato appare una soap opera, ovvero una storia infinita con protagoniste principali sempre le stesse persone. Ovvierei però per la seconda ipotesi dal momento che nelle soap opera, ogni tanto, entrano in scena nuovi personaggi che si impegnano per tentare di risolvere i problemi a volte non risolti dai protagonisti principali. Questo preambolo serve a introdurre l’ultima puntata della story che si arricchisce dell’interrogazione del consigliere comunale Capogruppo e Presidente della 5ª Commissione Consiliare Pubblica Istruzione, Cultura, Promozione, Pari Opportunità, Roberto Mancini.

L’esponente di Rifondazione Comunista ha scritto un’interrogazione all’assessore all’ambiente Simone Ceresoni facendo riferimento alla scuola materna Arcobaleno di Senigallia, frequentata da oltre 100 bambini “dove, nelle vicinanze, sono collocati alcuni fabbricati adibiti ad autorimesse e/o depositi, i quali presentano coperture in cemento amianto in discutibile stato di conservazione”. Richiamando l’impegno di Ceresoni a favore dell’intervento del competente Ufficio della Zona 4 dell’Asur Marche, Mancini rileva “un’insanabile contraddizione circa la non sussistenza della necessità di un intervento immediato da un lato e, dall’altro, l’imposizione di lavori di bonifica e/o messa in sicurezza dei manufatti in parola nel breve tempo di un anno”.

Insomma, come più volte rimarcato anche dal sottoscritto, Mancini afferma che “un servizio deputato alla prevenzione dovrebbe intervenire prima del manifestarsi di rischi per la salute pubblica e non dopo”. E, quindi - scrive ancora Mancini “prima dell’ulteriore deterioramento della coperture di cemento amianto, non trascurando poi che qualsiasi intervento fosse deciso, questo richiederebbe comunque un certo tempo per la sua realizzazione. Fatto che consentirebbe di utilizzare proficuamente - e non in una sterile quanto insensata attesa - una parte di quel breve tempo di un anno”. Sulla base di tali constatazioni Mancini chiede inoltre a Ceresoni “di fornire copia della documentazione in suo possesso prodotta dal Dipartimento Prevenzione del Servizio Igiene e Sanità Pubblica, Zona 4 di Senigallia, riguardante la presente questione e di valutare l’opportunità di opporsi alla posizione assunta dal Servizio sopra richiamato anche appellandosi ad istanze superiori della Sanità regionale”. Il tutto - insiste Mancini - “vista la rilevanza dell’argomento in questione e contraddittorietà di quella medesima posizione, non escludendo di sollecitare il pronunciamento del sindaco di Senigallia, massima autorità anche sanitaria nel territorio di competenza”.

L’interrogazione non necessità di ulteriori commenti anche e soprattutto perché per rimuovere una struttura ritenuta pericolosa, un anno non sembra proprio un breve tempo e, inoltre, se una struttura deve essere messa in sicurezza non credo sia pericolosa tra un anno e non oggi ! Queste ribadite per l’ennesima volta sono le considerazioni dell’ALA che, per ottenere un supporto istituzionale maggiore si è rivolta anche al difensore civico del Comune di Senigallia, avv. Sabina Sartini che, a sua volta, ha subito scritto all’assessore Simone Ceresoni affermando – su richiesta della stessa ALA – che “non si ritiene assolutamente coerente sostenere che ad oggi tali coperture non sono pericolose”. Questi gli aggiornamenti sull’ultima puntata della soap opera. Per il proseguo della vicenda l’ALA si impegna a trasmettere opportuni resoconti.

A.L.A.

da Vivere Senigallia del 05/12/2007