14 settembre 2010

Il 1 Ottobre alla “Piccola Fenice” la proiezione del filmato “Amianto: una storia di morte”


Dopo un lungo lavoro preparatorio che ha impegnato per diverse settimane troupe di cameramen e giornalisti, l’ALA ha completato la realizzazione di un filmato che rappresenta una sorta di memoria storica ed una testimonianza di vita vissuta per ricordare tutti coloro che sono ingiustamente ed inconsapevolmente morti a causa dell’amianto. 
Un “filmato verità” con interviste ad autorità e personaggi che nel corso del tempo hanno avuto direttamente o indirettamente a che fare con l’amianto che, solo a Senigallia, ha provocato e continua a provocare morte.
Il filmato, della durata di circa 60 minuti, porrà in primo piano il significato di avidità, egoismo, indifferenza e meschinità: alcune delle componenti che, nel corso degli anni, hanno provocato malattie, ma soprattutto hanno contribuito a uccidere.
I cosiddetti responsabili sono tanti, ma il principale colpevole è uno: l’amianto !
Il filmato, della durata di circa 60 minuti, verrà proiettato il prossimo 1° ottobre alle ore 18 presso la sala della “Piccola Fenice” di Senigallia. Prima della visione, l’ALA ha organizzato una presentazione - dibattito nel corso della quale – oltre al sottoscritto Carlo Montanari, presidente dell’Associazione per la lotta all’amianto – sono previsti gli interventi del sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, dell’assessore alla cultura Stefano Schiavoni, del dirigente dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale per le Marche Stefano Orilisi e del sindacalista Giordano Mancinelli.
Il filmato “Amianto: una storia di morte” è incentrato sulla fabbrica della morte Sacelit di Senigallia, inaugurata nel 1947 su iniziativa della Italcementi, una multinazionale di Bergamo. Produceva materiale per l`edilizia e l`idraulica: tutto in amianto-cemento. Molti degli operai ex dipendenti della Sacelit di Senigallia e morti negli
ultimi anni, ci raccontavano che su quei sacchi di juta contenenti amianto e cemento ci si poteva persino mangiare. In poche parole, i responsabili dello stabilimento dicevano ai dipendenti che era sicuro, che non c’era nulla da temere.
Nel corso del filmato, si evidenza inoltre che, nel tempo, alla Sacelit di Senigallia hanno lavorato circa 900 persone. Nel 1970 si raggiunse la punta massima di occupazione con 380 unità di cui 14 impiegati e 90 operaie. Queste erano addette alla fabbricazione di prodotti detti “Pezzi Speciali” e riguardavano teste camino-braghe-gomiti e vari prodotti per l’edilizia di modeste dimensioni. Sino al 1975, questo tipo di lavoro veniva effettuato a mani libere senza alcuna prevenzione, tantochè la maggior parte delle donne si
ammalavano di eczema alle mani ed avambracci.
Ma queste erano malattie minori, come emergerà dalle interviste raccolte con chi – per colpa dell’amianto- ha sofferto, visto soffrire e soprattutto morire familiari, amici e colleghi.
Numerose le interviste di ex lavoratori, ex lavoratrici Sacelit e di senigalliesi contenute nel filmato che conta anche interventi di autorità e personaggi che intendono fornire il loro contributo per continuare ad aiutare l’ALA nella sua battaglia e lotta contro l’amianto.
Tra questi la senatrice Silvana Amati, il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, l’assessore all’urbanistica (e all’ambiente nel periodo della bonifica alla Sacelit) Simone Ceresoni, il sindaco di Ostra e punto di riferimento per le problematiche legali dell’ALA Massimo Olivetti, i consiglieri comunali di Senigallia (sempre vicini all’ALA e sensibili alle problematiche dell’amianto) Roberto Mancini e Luigi Rebecchini, il
medico specialista oncologo e consigliere comunale di Senigallia Massimo Marcellini, il responsabile del dipartimento di prevenzione dell’Asur 4 di Senigallia Giovanni Fiorenzuolo, il sindacalista Giordano Mancinelli, l’ambientalista Giorgio Sagrati, il commerciante Stefano Franceschini.
Tutta gente che sarà naturalmente presente il prossimo 1 ottobre alla Piccola Fenice per vedere la “prima” uscita di questa pellicola che, successivamente, troverà spazio in numerose altre sale marchigiane ed italiane, alla presenza di addetti ai lavori e personaggi del mondo della comunicazione.
Il programma completo della giornata del 1° ottobre – organizzato con il patrocinio del Comune di Senigallia e con il sostegno della Consulta del volontariato di Senigallia e del Centro servizi per il volontariato delle Marche – prevede:

ore 17.30 – 18.00 presentazione proiezione / dibattito
ore 18.00 – 19.00 proiezione filmato
ore 19.00 – 20.00 commenti
ore 20.00 – 21.30 pausa
ore 21.30 – 22.30 2° proiezione filmato

L’augurio è che la cittadinanza e gli organi di stampa partecipino numerosi all’evento affinchè si rifletta sempre più seriamente su un problema che riguarderà sempre e comunque la città di Senigallia.

D’altra parte,

Noi che sappiamo cosa significa ammalarsi e soffrire per colpa dell’amianto vorremmo che la stessa cosa non accadesse ad altra gente, colpevole soltanto di non essere stata informata sui veri rischi della bonifica.

Noi, vorremmo che la tutela della salute dei cittadini fosse al primo posto delle priorità.

Noi, vorremmo che, proprio per questo, vengano rispettate normative e disposizioni di legge, sempre e comunque.

Noi, vorremmo non essere colpevolizzati di allarmismo solo perché informiamo la gente sui rischi dell’amianto.

Noi, vorremmo non essere taciuti ingiustamente.

Noi, vorremmo che, chi di dovere, dopo aver visto questo video, riflettesse e pensasse alla salute della gente.

Oggi e per sempre …


CARLO MONTANARI
ALA, associazione lotta all’amianto
Senigallia, 14 settembre 2010

26 agosto 2010

Amianto alla Scuola Arcobaleno: solo una Vittoria di Pirro!

Dalle informazioni emerse dalla stampa locale nelle ultime ore, esprimo molto stupore e rammarico nel notare che il responsabile del servizio di prevenzione di Senigallia dell’Asur 4, dott. Giovanni Fiorenzuolo sia costretto a correre ai ripari per due nuovi casi di amianto.
L’amianto sarebbe stato scovato amianto in via Rovereto e nelle Sesta Strada di Cesano da parte degli ispettori dell’Asur della Zona territoriale 4 e, per entrambi i casi, il sindaco Maurizio Mangialardi è intervenuto con due apposite ordinanze, per intimare la messa in sicurezza delle lastre in cemento amianto da rimuovere entro 60 giorni.
A riguardo, tengo a sottolineare che si tratta di due situazioni particolarmente delicate perché, sia il manufatto in via Rovereto che quello di via Sesta strada, confinano con due scuole.
Il primo infatti è adiacente al giardino della Scuola “Arcobaleno” di via delle Rose e la cosa mi fa riflettere particolarmente.
In effetti, come molto probabilmente ricorderanno tanti cittadini, per la scuola “Arcobaleno “ il sottoscritto ha lottato tre anni per poter far bonificare capanne adiacenti a tale scuola. Una battaglia durissima che mi sono preso a cuore e che, dopo averla vinta, è stata festeggiata come un traguardo raggiunto anche da parte dell’amministrazione comunale. Da parte del Comune di Senigallia, dopo aver eseguito i lavori, fu redatto addirittura un comunicato stampa per annunciare la conclusione di tale bonifica che “pendeva” sui bambini che per anni hanno frequentato la scuola.
Ricordo che nel giardino furono immortalati con foto di rito l’assessore Simone Ceresoni, il prof. Mario Cavallari preside della scuola, il rappresentante dell’Asur Sirio Rossetti, oltre al sottoscritto presidente dell’Ala.
Ora purtroppo possiamo constatare che è stata una vittoria di Pirro.
Ancora una volta, insomma, tanta delusione e tanto tempo perso per nulla.
Ma, come dice il proverbio, “CHI VIVRA’VEDRA’ i danni dell’amianto che sta causando nella nostra città.
Un’ultima annotazione sempre riguardo ai rischi amianto: a metà luglio l’assessore Ceresoni ha affermato che i lavori di bonifica all’ex Sacelit non sono terminati causa ritrovamento di manganese nelle acque sotterranee.
Allora, tramite la stampa, ho chiesto di sapere cosa in realtà cosa significa tutto ciò ? E’ una situazione sotto controllo oppure a rischio ? E soprattutto come si procederà per il futuro ?
Sinceramente sto ancora aspettando risposte a riguardo che, soprattutto, meritano di sapere i cittadini senigalliesi.
L’augurio è che, a distanza di 40 giorni, stavolta qualcuno si degnerà di fornire chiarimenti.

IN FEDE
Carlo Montanari

Senigallia, 26 agosto 2010

14 giugno 2010

Amianto in Via Cupetta: tutto tace!

Lo scorso 31 maggio ho documentato l’ennesima situazione a rischio amianto nella città di Senigallia.
Presso il cantiere di lavori per la terza corsia autostradale e per la complanare in via Cupetta, sono infatti state rinvenute nascoste tra cespugli e foglie, lastre in cemento amianto. Dopo la segnalazione all’Asur che – a sua volta – si era affrettata a dichiarare che era tutto monitorato, il sottoscritto aveva scattato delle fotografie dalle quali era evidente constatare che le lastre non sono state verniciate con l’apposita procedura contro i rischi da amianto. Inoltre, dopo essere state abbandonate, non sono state nemmeno protette con il cellophane.
Insomma una situazione pericolosa, aggravata dal fatto che, quel giorno, ha tirato fortemente vento e le fibre di amianto sono quasi certamente andate in dispersione nell’aria.
A distanza di due settimane, non è stato fatto praticamente nulla ! Quasi come se si volesse fare un dispetto al sottoscritto che segnala una situazione a dir poco allarmante.
Mi chiedo: ci vuole tanto ad imballare le lastre in cemento amianto di via Cupetta, con dei teli di plastica e sigillati affinchè non escano fibre delle lastre rotte ? E, di seguito, portarle in discarica speciale ? Si attende ancora l'ordinanza del sindaco a riguardo ? La cosa spiacevole è sempre la stessa. Tutto ciò che non si fa per evitare pericoli da amianto, determina rischi per la cittadinanza e per coloro che – incolpevolmente – si trovano a passare da quelle parti, rischiando di respirare fibre di amianto!
E’ probabile che le mie segnalazioni provochino soprattutto noie e fastidi. Problema principale, invece, è che l’amianto provoca morte. I tumori da amianto – secondo le statistiche – sono in continuo aumento. Solo dall’inizio dell’anno 2010, sono deceduti otto operai della ex Sacelit.
Anzi, a riguardo, torno a sollecitare di riprendere in esame l'epimediologia dei morti alla Sacelit, fermi dall'ASUR dal 1990. Sono trascorsi 20 anni ed ai 105 già individuati quanti se ne andranno ad aggiungere ?

Carlo Montanari
Senigallia, 14 giugno 2010


03 giugno 2010

Senigallia, interrogazione sulle condotte idriche in cemento amianto

Un’interrogazione scritta al Sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi è stata presentata giovedì 3 giugno dal Consigliere e Capogruppo della Lista Partecipazione Roberto Mancini che sottolinea come le ricerche sull’amianto nelle condotte idriche per quanto non obbligatorie, dimostrerebbero una "encomiabile sensibilità circa la prevenzione sanitaria".

Ricerche eseguite fin dal 1998 - afferma Mancini - dalla ASL di Bologna e dall’ARPA dell’Emilia Romagna sul territorio di loro competenza: "perché nulla da noi è stato fatto a questo proposito dalle autorità amministrative e sanitarie o da chi gestisce il servizio, nonostante le sollecitazioni avanzate dal Presidente dell’ALA ed anche dal sottoscritto?Cosa si sta ancora aspettando per mettere in pratica una azione di cautela che in altri contesti è praticata da più di 10 anni?"

[...]

tratto da e continua su 60019.it

31 maggio 2010

Lastre di amianto in Via Cupetta - fibre disperse nell'aria: una situazione preoccupantissima!

Dopo le decine di segnalazioni durante i lavori di bonifica da amianto presso l’ex area Sacelit, nella giornata odierna (lunedì 31 maggio ndr) ho documentato l’ennesima situazione a rischio nella città di Senigallia.

Presso il cantiere di lavori per la terza corsia autostradale e per la complanare in via Cupetta, sono state rinvenute nascoste tra cespugli e foglie lastre in cemento amianto. A segnalare i ritrovamenti sono stati alcuni cittadini che, a loro volta, hanno determinato l’intervento dell’Asur, affrettatasi a dichiarare che è tutto monitorato !

Ma in realtà cosa è monitorato ? Basta osservare le fotografie scattate dal sottoscritto questa mattina per constatare che le lastre non sono state verniciate con l’apposita procedura contro i rischi da amianto. Inoltre, sono state abbandonate e non sono state nemmeno protette con il cellophane.

Insomma una situazione pericolosa, aggravata dal fatto che, nelle ultime ore, ha tirato fortemente vento. Le fibre di amianto sono quindi quasi certamente andate in dispersione nell’aria e questo fatto rappresenta una situazione di estremo rischio e gravità !

E’ addirittura possibile notare ad occhio nudo frammenti di lastre in cemento amianto sul ciglio della strada in via Cupetta.

Preoccupatissimo di questa situazione ho interpellato l’ispettore Asur di Senigallia Riccardo Tarsi che – telefonicamente – mi ha informato che il caso è stato posto all’attenzione delle autorità competenti per provvedere alla rimozione a norma di legge.

Spetta quindi ora al sindaco Maurizio Mangialardi, che mi auguro intervenga in tempi strettissimi, ad emanare apposita ordinanza per chiudere il prima possibile questa situazione di gravissimo rischio !

In attesa che tutto ciò si concretizzi, mi chiedo e giro la domanda al sindaco ed all’Amministrazione comunale: ma la ditta esecutrice dei lavori in questione non sa come comportarsi in caso di ritrovamento di amianto ? E soprattutto non ha un apposito piano di lavoro a riguardo ?

Garantisco che, a riguardo, esistono delle normative precise in materia mentre purtroppo, almeno dallo scorso 25 maggio, le lastre continuano a trovarsi in situazione di estremo rischio con altrettanti gravissimi rischi per i cittadini di Senigallia.

L’amianto nel corso degli anni ha ucciso centinaia di persone e, situazioni come quella di via Cupetta, non possono essere trascurate nemmeno un minuto di più di quanto sia stato fatto sinora.

Amianto significa morte e, gli organi competenti, in primis i vigili ambientali del Comune di Senigallia dovrebbero saperlo molto bene !

Il mio augurio è che tramite la stampa, almeno questa segnalazione possa concretizzarsi in positivo. Anche se, purtroppo, il rischio che sia già troppo tardi a causa della dispersione nell’aria delle fibre di amianto, è abbastanza elevato.

Carlo Montanari

Senigallia, 31 maggio 2010













13 maggio 2010

Ispettori ASUR a caccia di Eternit: il lavoro dell'ALA produce effetti!

Dopo ripetute sollecitazioni, apprendo oggi con piacere (giovedì 13 maggio) dalla stampa locale che, finalmente, si prendono in considerazione i rischi dell’amianto a Senigallia. In particolare si fa riferimento ad ispettori dell’Asur a caccia di eternit.

Le informazioni riguardo le questione, prendono spunto dal ritrovamento di lastre di eternit (Sacelit) a ridosso della scuola materna di Vallone. Situazione che il sottoscritto conosce molto bene.

In effetti, tale denuncia fu fatta in data 23 gennaio 2010 da parte dell’ALA, con lettera indirizzata al Responsabile del Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene e Sanità Pubblica della Zona Territoriale Asur 4, dott. Giovanni Fiorenzuolo. La denuncia, consegnata personalmente dal sottoscritto, fu protocollata al n.1517 dello stesso giorno, 23 gennaio 2010. Tale denuncia, venne inoltrata su richiesta di alcuni genitori di bambini che frequentano la scuola materna del Vallone. Sempre a riguardo del “caso”, tengo a precisare che mi sono recato sul posto ed ho effettuato delle foto che dimostravano lo stato di cattiva conservazione di lastre in cemento amianto, ed alcune rotte che ricoprono un fabbricato ubicato di fronte alla suddetta scuola.

Insomma uno dei tanti casi dei quali si è occupata l’ALA negli ultimi sei anni, segnalando in ogni circostanza a chi di dovere.

Mi farebbe piacere se la stampa sottolineasse questo impegno dell’ALA ed anche se interpellasse il dott. Fiorenzuolo per conoscere l’entità delle segnalazioni e delle denunce formulate dall’ALA, per capire la reale portata del problema a Senigallia.

Lo stesso Fiorenzuolo non avrà sicuramente problema ad ammettere quante volte il sottoscritto è stato “apostrofato di far lavorare moltissimo il Suo Ufficio” preposto al controllo di siti pericolosi con materiale in amianto a Senigallia e nel suo hinterland.

IL PRESIDENTE ALA
Carlo Montanari

Senigallia 13 maggio 2010

06 maggio 2010

Definito il nuovo organigramma dell'Associazione Lotta all'Amianto

E’ stato recentemente rinnovato l’organigramma dell’Ala, associazione lotta all’amianto che, nello specifico, è ora composto da:

SOCIO INCARICO EX DIPENDENTE
Carlo MONTANARIpresidenteSacelit / Italcementi
Giovanni GAROFOLINIvice presidenteCantiere navale
Elena DURAZZIsegretariafiglia ex dipendente Sacelit
Giancarlo DEL GOBBOtesoriere Sacelit / Italcementi
Claudio GRESTAconsigliereItalcementi
Dante BARUCCAconsigliereSacelit
Duilio BARUCCAconsigliereSacelit

Senigallia, 6 maggio 2010

03 maggio 2010

Ravenna - Amianto a cielo aperto

"A seguito di una segnalazione da parte di alcuni cittadini di Ravenna riguardante rifiuti pericolosi scaricati abusivamente in un terreno vicino ad abitazioni, a un campo da calcio e a un'hotel abbiamo verificato immediatamente. Sopra i sacchi c'era la scritta: "Amianto". Abbiamo chiamato la polizia, la polizia municipale, e l'ARPA, che sono arrivati subito sul luogo, i rifiuti si trovano li da un anno (così dicono gli anziani del centro adiacente la discarica)." Nik il nero e Andrea De Franceschi, consigliere regionale MoVimento 5 Stelle




da beppegrillo.it

Cancro al polmone causato dall'amianto: così è morto anche Giorgio Pierfederici

Mentre si continua a “chiacchierare” sui rischi della bonifica da amianto all’ex Sacelit di Senigallia, nel pomeriggio di domenica 2 maggio è deceduto presso l’ospedale di Senigallia un altro ex operaio. Si tratta di Giorgio Pierfederici, 76 anni, molti (troppi) dei quali vissuti a combattere un terribile male provocato proprio dall’amianto.

Solo dal 1 gennaio 2010, Giorgio Pierfederici è l’ottava vittima dell’AMIANTO KILLER. Nel suo specifico caso, la causa del decesso è proprio il “MESOTELIOMA” cancro al polmone da AMIANTO KILLER.

I funerali di Giorgio Pierfederici Giorgio saranno celebrati mercoledì 5 maggio alle ore 9 presso la chiesa del Portone (Santa Maria della Neve) a Senigallia.

L’Associazione Ala, a nome del presidente e con tutti i suoi componenti, partecipano al dolore della famiglia, distrutta da questa scomparsa, provocata nel tempo dai poteri forti e da coloro che hanno nascosto che l’amianto fosse una sostanza cancerogena.

L’ALA continuerà comunque a combattere affinchè la verità venga presto a galla. E per molti di coloro che per anni hanno nascosto la realtà dei fatti potrebbero essere grossi dolori, anche se mai parificati al dolore per la morte di un/a familiare o di un/a amico/a a causa dell’amianto.

IL PRESIDENTE ALA
Carlo Montanari

Senigallia, 3 maggio 2010

18 aprile 2010

Giornata mondiale delle vittime dell'amianto. Messa a Senigallia.

Lo scorso 28 gennaio 2005 a Porto Alegre (Brasile), nell’ambito del forum mondiale sull’amianto, è stato proposto dall’Abrea, associazione brasiliana degli esposti all’amianto, di definire una giornata mondiale nella quale richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui gravissimi danni alla salute che l’impiego dell’amianto ha prodotto e, purtroppo, continuerà ancora a produrre per molti anni.

All’unanimità il forum mondiale ha deciso di stabilire la data del 28 aprile di ogni anno e di invitare tutte le associazioni, i movimenti, le istituzioni ed i sindacati a far propria questa ricorrenza, ognuno con la propria sensibilità ed attraverso apposite iniziative.

L’A.L.A. associazione lotta all’amianto, si sente partecipe e, con l’occasione, invita coloro che vorranno partecipare ad una Santa Messa.

Celebrazione religiosa in memoria dei morti dall’amianto che si terrà mercoledì 28 aprile alle ore 18,30 presso la chiesa di Santa Maria Goretti di Senigallia.

Nonostante le numerose ricerche, a tutt’oggi è molto difficile quantificare il numero delle morti causate dall’amianto nel mondo. In ogni caso, di certo, l’ordine di grandezza può considerarsi vicino ai milioni piuttosto che alle centinaia di migliaia.

Ed ancora non è finita in buona parte del mondo dove, incredibilmente, l’amianto viene ancora prodotto, impiegato e manipolato.

Un problema mondiale che, purtroppo, a Senigallia non è mai stato preso nella giusta considerazione da parte di Amministrazione comunale e sindacati che, nonostante ripetute sollecitazioni dall’ALA, hanno spesso preferito porre la questione in secondo piano.

Un’ultima annotazione. Finalmente l’associazione ALA – dopo mesi e mesi di richieste senza risposta - ha ottenuto la possibilità di sistemare presso la camera mortuaria dell’ospedale di Senigallia una cassettina per la raccolta di offerte. Considerato lo scarsissimo aiuto del Comune per sostenere l’associazione (che ogni giorno fornisce consulenze e controlla cosa deve essere bonificato in città) le offerte rappresenteranno una forma di sostentamento vitale per l’ALA.

Carlo Montanari
Presidente A.L.A.

Senigallia, 18 aprile 2010

13 marzo 2010

Sesto compleanno per l'A.L.A.

Nonostante le tante “chiusure”, continueranno le battaglie per la salute dei cittadini
SESTO COMPLEANNO PER L’ALA
Il 15 marzo la ricorrenza dell’associazione per la lotta all’amianto 

Il 15 marzo ricorre una data importante per l’Associazione ALA lotta all’amianto ONLUS di Senigallia: l’anniversario del sesto anno di fondazione.

Nata da un suggerimento del dott. Massimo Marcellini (mio personale medico oncologico) che dopo il mio primo intervento di TUMORE da Amianto consigliò di costituire un’associazione rivolta al sociale e che si interessasse del problema amianto.

Infatti il 15 marzo 2004 ho istituito ufficialmente questa Associazione denominata ALA (Associazione lotta all’amianto) al fine di tutelare la salute pubblica, la bonifica, le leggi attuative per ottenere riconoscimenti pensionistici o di invalida INAIL e di informazione sul problema, purtroppo ai più sconosciuto.

Ma di questa carenza informativa, la cosa più grave emerge dopo che la Regione Marche ha legiferato un decreto nel 1997 in cui si dava modo ai Comuni della Regione Marche di poter effettuare un censimento ed una bonifica da amianto.

Considerando poi che nel Comune di Senigallia è stato presente uno stabilimento “SACELIT” che produceva materiali in cemento-amianto, la nostra città è stata quella maggiormente colpita dall’inquinamento prima con l’uso di tetti di tale materiale e di quan’taltro venisse usato in edilizia per la costruzione di fabbricati o capannoni in genere,e successivamente con la famosa bonifica dei due fabbricati Sacelit ed Italcementi eseguita a CIELO APERTO.

Raccontare tutta la storia sarebbe troppo lungo e tortuoso, ma pensare che a marzo 2010 sono ancora in corso opere di bonifica inerente le acque sotterranee alla SACELIT, lascia spazio a molte perplessità.

Io che sono stato il presidente per tutti questi anni posso vantarmi di aver contribuito nel mio piccolo a far si che l’Ufficio d’Igiene (Ente preposto alle bonifiche da amianto) eseguisse sopralluoghi di tante denunce prodotte e risultate poi positive per il loro risvolto di bonifica.

Recentemente ho denunciato una situazione pericolosa di un edificio con lastre in cemento-amianto vetuste e rotte adiacenti ad una scuola materna in località Vallone di Senigallia. A tale proposito solo dopo la mia segnalazione l’Ufficio del Dipartimento di Prevenzione-Servizio Igiene e Sanità Pubblica nella persona del dirigente dott. Fiorenzuolo mi rispondeva con una lettera (datata 04.03.2010 e pervenutami il 10 c.m.) nella quale con nota de prot. N°1717 del 26.01.2010 si richiedeva al Servizio Ambiente del Comune di Senigallia l’adozione, nei confronti dei proprietari dei manufatti con presenza di MCA, di una ordinanza con la quale prescrivere la messa in opera di idonei interventi di bonifica di cui al DM 06.09.94.

Di simili interventi ne potrei citare tanti, e altrettanti di conseguenza messi a norma. Allora mi domando ma cosa fanno I VIGILI AMBIENTALI del Comune di Senigallia e gli Ispettori dell’Ufficio di Igiene di Prevenzione di Senigallia?

Perché debbono aspettare sempre le mie giuste proteste?

Ma la cosa più dolente sono i morti - soltanto nei primi 70 giorni del 2010 - sono stati 7, e tutti a causa dell’amianto ingerito da ex dipendenti della Sacelit.

Inoltre vorrei aggiungere che l’esame epidemiologico fatto dall’ASUR è fermo al 1990 con 105 mortalità. E in questi succesivi 20 anni quanto si sono ammalati e quanti sono deceduti?

La prevenzione sarebbe la soluzione migliore non solo per gli ex dipendenti, ma personalmente ci includerei gli abitanti limitrofi alla bonifica della Sacelit eseguita a CIELO APERTO e perché no anche per gli abitanti che non si sentirebbero sicuri di stare bene in salute; infatti la fibra di amianto ingerita può incubarsi negli alveoli polmonari e non solo sino a 40 anni e poi improvvisamente espodere in TUTORE che ti porta alla morte certa.

Infine tengo a sottolineare che la nostra associazione è un sassolino che probabilmente dà fastidio sia all’Amministrazione comunale, sia agli Enti Sanitari che invece di gratificarmi, mi ricompensano con pochi euro e con un senso di fastidio.

Ma io finché VIVRO’ farò di tutto a chi si rivolgerà all’associazione ALA affinchè le situazioni critiche vengano sanate. E ovviamente - essendo VOLONTARIO – farò sempre tutto gratuitamente.

Carlo Montanari 
Senigallia, 13 marzo 2010

06 marzo 2010

Sacelit-Italcementi. Una storia italiana. Senigallia, documentario sulla tragedia

"Sacelit-Italcementi. Una storia italiana.Senigallia". E' il documentario storico del giovane regista Sergio Canneto in memoria della vicenda della Sacelit e dell'amianto.

Il documentario, realizzato da Sergio Canneto attraverso foto d'archivio ed interviste a cittadini comuni sulla memoria dell'esperienza Sacelit, è stato presentato in anteprima giovedì sera alla Piccola Fenice di Senigallia.

"Sacelit-Italcementi. Una storia italiana.Senigallia", è un documentario "che rappresenta la prima parte di un lavoro più ampio - sottolinea Schiavoni in rappresentanza della Mediateca delle Marche- che si estende a tutto il territorio italiano sulla rotta dell'amianto". "Il documentario del regista senigalliese -continua Schiavoni- è la prima tappa all'interno del progetto più complesso che rappresenta sia la riqualificazione del territorio per Senigallia sia un metodo di esempio per il futuro affinchè tutti riflettano e non dimentichino".

Stesso pensiero per il regista che annuncia: "Il documentario, nato dalla storia di una ragazza che ho incontrato 4-5 anni fa e che ha perso il padre, ex dipendente Sacelit, a causa della malattia provocata dall'inalazione dell'amianto, vuole essere una sorta di 'Memoria storica sulla Sacelit a Senigallia' e sui problemi che ha causato". Problemi che, secondo quanto appreso da Sergio Canneto dai ricordi delle persone intervistate, "sarebbero potuti essere evitati se chi ne era a conoscenza (e ne erano tanti all'epoca) avesse parlato e si fosse applicato per risolverli".

Accuse pesanti quindi che vengono allo scoperto soltanto oggi, grazie al documentario del giovane regista senigalliese che ha raccolto le testimonianze vive dei cittadini attraverso "ricordi, opinioni ed impressioni intrecciate- racconta il regista- a foto d'archivio ed impressioni sonore corredate da cartelle". Ma, "ciò che più stupisce e sconforta - sottolinea Sergio Canneto- dalle testimonianze è il fatto che tutti gli intervistati, pur avendo ricordi e pensieri diversi, hanno tutti lo stesso rammarico: gli ex dipendenti della Sacelit, sono ora quasi tutti morti".
"Un fatto questo che- secondo i testimoni- poteva essere evitato se avessero parlato in tempo, perchè tutti sapevano". Ora, commenta il regista senigalliese, "siamo fuori tempo. Il lavoro fatto dal Comune di Senigallia per la bonifica dell'Azienda è importante e significativo ma, purtroppo, è ormai tardi per molti".

Dunque, il documentario del regista senigalliese Sergio Canneto realizzato grazie alla produzione del Comune di Senigallia, Sogenus e Fortezza Costruzioni- proprietaria dell'area dell'ex Sacelit-deve costituire "un momento di riflessione ed una sorta di memoria storica per i posteri per non dimenticare"-aggiunge il regista al quale si unisce l'assessore Simone Ceresoni. Si parte quindi da Senigallia, città d'origine di Canneto della quale ha cercato 'la coscienza' per "scoprire dai diretti interessati, cittadini e due ex dipendenti, cosa è rimasto di quella tragedia -confessa Canneto- in cui sono state sacrificate tante vite senza che nessuno abbia mai pagato".

"Sacelit-Italcementi. Una storia italiana.Senigallia"-conclude Ceresoni- "è impostato per essere divulgato e per evitare che la città di Senigallia dimentichi quanto è accaduto".

da viveremarche.it

21 febbraio 2010

Un altro morto per amianto: Dario Barucca, ex operaio Sacelit

La scorsa notte, presso l’ospedale di Senigallia è deceduto un altro ex operaio della Sacelit di Senigallia. Si tratta di Dario Barucca, ennesima VITTIMA DELL’AMIANTO KILLER che in questo recente periodo sta mietendo morti a ripetizione. E purtroppo, come più volte ribadito dal sottoscritto, la curva salirà sino al 2020, anche se la cosa sembra non interessare più di tanto chi dovrebbe invece tutelarci dal rischio amianto a Senigallia.

Questa altra morte coinvolge in maniera anche più stretta l’associazione ALA, in quanto Dario Barucca era un consigliere fondatore sin dal 15 marzo 2004.

Persona buona ed umana come poche, anche lui colpito dall’amianto, che da anni lo costringeva ad uscire poco e per il quale era portatore di malattia professionale riconosciuta dall’INAIL.

I funerali di Dario Barucca saranno officiati lunedì 22 febbraio alle ore 15 presso la Chiesa di Santa Maria Goretti.

L’associazione ALA per nome del presidente Carlo Montanari e tutti i suoi componenti sia del direttivo che soci, si uniscono al dolore della famiglia.

A seguito di questa ennesima vittima dell’amianto, il sottoscritto è costretto per l’ennesima volta a far rimarcare quanto siano state lontane sia l’Amministrazione comunale che le istituzioni sanitarie e di Medicina Preventiva nei riguardi del problema che a Senigallia sembra un tabù.

Siamo molto indietro rispetto a tante altre città dove le Amministrazioni si sono impegnate per sollecitare gli organi regionali preposti per iniziare un censimento ed una prevenzione capillare in particolare sugli ex dipendenti Sacelit ancora vivi, la maggior parte dei quali purtroppo ammalati.

Ci era stato promesso un controllo capillare del dipartimento di prevenzione alla salute pubblica sin dal mese di settembre dello scorso anno. Ma ancora siamo lontani per via della burocrazia che passa sopra a tutto ed in questo caso alla salute di persone sfortunate per aver lavorato a contatto con l’amianto.

Amianto che si sapeva fosse cancerogeno sin dal 1960, ma non si doveva dire per “MOTIVI POLITICI”. Dichiarazioni uscite di bocca recentemente anche da parte di un ex dirigente della Asur.

Rinnovo, quindi l’impegno per la verifica di un censimento della città di Senigallia e di un sollecito controllo medico promesso da tempo.

Purtroppo nessun esponente di qualsiasi partito poltico della città – ad eccezione del consigliere comunale e candidato a sindaco prof. Roberto Mancini - ci sta dando una mano per poter affrontare questo delicato problema sanitario.

Con i morti non si risolvono i problemi: ed è ora di avere il coraggio di CHIEDERE SCUSA per quanti muoiono e continueranno a morire per colpa dell’amianto.

Senigallia, 21 febbraio 2010

Il Presidente ALA
Carlo Montanari

04 febbraio 2010

L’ARPAM cerca amianto all'ex Sacelit: qual'è la novità? Che cerca oppure che l'amianto è presente da sempre?

Era l’11 settembre del 2006 quando, appena uscito dalla sala operatoria dell’ospedale di Senigallia per l’asportazione di un tumore da amianto, mi trovavo casualmente un quotidiano locale nel comodino della camera.

Nonostante fossi ancora frastornato, decisi di dare un’occhiata al giornale. Tutto mi sarei aspettato in quel momento, meno che apprendere dalle colonne del quotidiano che l’allora proprietà dell’ex Sacelit (EDRA Costruzioni rappresentata da Sandro Barbadoro) mi comunicava di avermi inoltrato una denuncia per diffamazione perche avevo affermato che ancora dentro l’ex stabilimento c’era amianto.

Oggi, a distanza di tre anni e mezzo, non posso che essere meravigliato di apprendere dalla stampa locale che L’ARPAM CERCA L’AMIANTO ALL’EX SACELIT attraverso nuove analisi per verificare l’eventuale presenza nelle acque sottostanti. E che quindi, slitta la convenzione con il Comune di Senigallia.

Avendo partecipato a tutti i vari Forum sull’amianto durante le opere di bonifica con i rappresentanti delle istituzioni (Asur, Arpam, Provincia di Ancona, Comune di Senigallia, sindacati di categoria, associazioni ambientaliste, oltre naturalmente all’Ala) posso soltanto far presente che se non fosse stato per l’insistenza della dott.ssa Michelangela Siciliani responsabile dell’ARPAM, per quanto riguardo il sottosuolo ed in particolare le acque (obbligò la proprietà a scavare 1,5 metri di terreno di tutta l’area) non mi meraviglierei se ancora oggi si trovasse amianto nelle acque sottostanti.

E pensare che si vociferava che erano già stati venduti 100 appartamenti nella zona, poi ridotti a 10.

Nella primavera del 2009 emersero delle polveri di amianto superiori alla norma depositate in mmq.in un balcone di una abitazione limitrofa alla bonifica. Successivamente, si stabilì che tale ritrovamento andava riportato con una formula diversa: l’amianto ritrovato da mmq a mm3. E tutto fu messo a tacere, così come il mio accertamento del 2007 di amianto crisolito ritrovato su un balcone di una casa limitrofa alla bonifica per effetto del vento che soffiava in quel periodo durante lo smaltimento di lastre in cemento-amianto. Ma anche se detto ritrovamento è rimasto verbalizzato in una seduta del Forum sullla bonifica, fu messo tutto a tacere in quanto non avevo prelevato il campione in presenza di un pubblico ufficiale.

Come se, per semplificare in altre parole, l’amianto l’avessi messo io di nascosto e fatto pervenire all’analisi all’Università di Ancona.

Non volevo neanche scrivere ma il mio cuore è talmente ferito per le tante operazioni fatte – secondo il sottoscritto non a norma di legge in quanto senza protezione per la salute pubblica - durante la bonifica. Sulla carta, invece, gli uffici preposti dichiarono il contrario dopo aver fatto per 4 anni, 30 analisi e non con le 3 centraline fisse che era state detto fossero istallate.

Non vorrei fare polemica, anche perché non sono in condizioni di tranquillità mentale per poter ancora disquisire su quante cose. Ma purtroppo la salute pubblica è spesso stata messa in secondo piano: vedi per esempio le analisi che l’assessore alla Provincia Marcello Mariani mi aveva promesso che avrebbe fatto fare sulla terra mista ad amianto macinata dall’EDRA in una discarica di inerti dell’Edra Ambiente.

All’ASUR non figurano tali analisi, in quanto le ho chieste personalmente al dott. Giovanni Fiorenzuolo, responsabile della salute pubblica dell’Ufficio di Igiene di Senigallia . Comunque i morti per amianto continuano a crescere e forse così accadrà addirittura sino all’anno 2030.

Tanto per vostra opportuna conoscenza e memoria da parte di chi a vissuto, si è ammalato ed ha seguito passo passo la bonifica dell’ex Sacelit.

In conclusione, a riguardo, mi preme sottolineare quale sia il riscontro che l’associazione che mi onoro di rappresentare dal Comune di Senigallia.

Per aver contribuito fattivamente con documenti agli atti dei verbali dei vari forum sulla bonifica di amianto all'ex Sacelit, l'assessore Ceresoni mi faceva far richiedere tramite l'ex segretario della CGIL di Senigallia Giordano Mancinelli, un contrubuto che mi permettevo di avviare richiedendo una cifra di euro duemila.

La risposta della giunta spiegava di aver preso atto che negli anni intercorsi tra il 2006 e il 2009, il Comune di Senigallia ha erogato contributi, a fronte delle diverse iniziative svolte dall'Associazione Ala, per complessivi 1.370 euro (lettera prot.54789 del 12 ottobre 2009 dall'Uffucio comunicazione a firma Eros Gregorini).

In data 17 novembre 2009 prt. 61935 veniva inviata una lettera all'assessore Ceresoni -Eros Gregorini e sindaco Angeloni da parte del difensore civico avv. Sabina Sartini avente per oggetto: Presidente Carlo Montanari ass. Ala -Richiesta contributi per partecipazione FORUM Saceli-Italcementi.

Successivamente sempre l'ufficio comunicazione del Comune di Senigallia in data 24 dicembre 2009 prot.70306 a firma Eros Gregorini ribadiva che la somma di euro 1.370 era sufficiente per l'attività svolta dall'associazione Ala durante al sua vita (il 15 marzo prossimo compirà 6 anni di attività).

Leggendo i contributi elargiti ad altre associazioni vi è proprio da dire: FIGLI e FIGLIASTRI. Grazie ed arrivederci alle prossime elezioni amministrative.

Senigallia, 4 febbraio 2010

Carlo Montanari

20 gennaio 2010

Alvaro Carboni: l'ennesima vittima dell'amianto-killer

Nelle ultime ore è deceduto all’ospedale di Senigallia il sig. Alvaro Carboni. Carboni, personaggio gioviale e molto conosciuto a Senigallia, era un ex operaio alla Sacelit di Senigallia e quindi per anni costretto a lavorare a contatto con l’amianto killer che tante vite umane ha tolto dalla terra.

E purtroppo, non si può far altro che ribadire di essere indignati per il fatto che l’amianto è da sempre una sostanza cancerogena e lo si sapeva sin dal 1960. Ma, nonostante questo, la cosa sarebbe stata tenuta nascosta da un patto di alleanza tra Istituzioni Sanitarie e Industriali.

Purtroppo le morti saranno in crescita ed a detta di Istituzioni Sanitarie la curva arriverà sino al 2020 con il pericolo che verranno interessati anche soggetti che non hanno lavorato nelle fabbriche sopramenzionate. I funerali di Alvaro Carboni sono stati officiati presso la chiesa parrocchiale del Vallone alla presenza di familiari, parenti ed amici, mercoledì 20 gennaio alle ore 15. L’Associazione Ala a nome del presidente Carlo Montanari si unisce al lutto che ha colpito la famiglia, formulando le più sentite condoglianze.

da Carlo Montanari
presidente A.L.A.

19 gennaio 2010

Verifica fibre di amianto nell'acqua, Montanari: la mia richiesta non è polemica

Dato che sono stato nominato nell’articolo colgo l’occasione per far conoscere pubblicamente la corrispondenza con Multiservizi".
In data 10.03.2005 si diceva…"A questo punto è stato contattato L’Istituto Superore di Sanità di Roma e si è avuta conferma di quanto già noto e riportato nella letteratura in materia: le fibre di amianto, eventualmente ingerite, non provocano nessun danno alla salute per cui un’analisi per verificare la loro presenza nell’acqua non ha alcun interesse pratico in quanto, anche se rilevante, non si potrebbe affermare che l’acqua non è potabile. In sostanza non ritiene necessaria l’analisi richiesta. (firma ing. Patrizio Ciotti – Direttore Generale);
in data 30.07.2009 si diceva…Ci preme tranquillizzarVi sulla assoluta sicurezza delle tubazioni in quanto all’interno sono completamente ricoperte di calcio e altri sali minerali che l’acqua deposita. (firma ing. Stefano Fanesi – Responsabile area commerciale e marketing);
in data 12.08.2009 si diceva...In merito alla particolare analisi tendente ad accertare l’eventuale presenza di fibre d’amianto nell’acqua, vi alleghiamo copi della lettera già inviata in data 11.03.2005 con la quale abbiamo chiarito i motivi per cui la stessa non è ritenuta necessaria. (firma ing. Bruno Rossini - Area territorio costa);
Nella nostra lettera del 25.08.2009 di cui ancora attendevo risposta dicevamo…Da una lettera del dott. Giovanni Fiorenzuolo dell’ASUR di Senigallia: Secondo il Safe Driking Water Committee della National Academy of Sciences statunitense il rischio tumorale associato alla prersenza di amianto nelle acque potabili sarebbe dell’ordine di 1 TUMORE GASTROENTERICO ogni 100.000 abitanti che abbiano ingerito per 70 anni di vita acque con concentrazioni di amianto pari a 0,1-0,2 MFL (milioni di fibro x litro). Tanto per la precisazione e non per creare alcuna polemica chi scrive è ammalato oncologico da amianto.
da Carlo Montanari
presidente A.L.A.

da viveresenigallia.it

18 gennaio 2010

Lunedì 18 gennaio 2010 ore 16.00 manifestazione in piazza Colonna a Roma (Camera dei Deputati).

Centinaia di operai, lavoratori e familiari delle vittime dell’amianto manifestano davanti alla Camera dei Deputati chiedendo Giustizia per le vittime dell’amianto.

Più di cinquecento lavoratori e familiari delle vittime dell’amianto, nonostante la giornata lavorativa, si sono radunati davanti la Camera dei Deputati organizzati dalle loro Associazioni protestando contro il Governo che ad oltre due anni dalla Legge che ha istituito il Fondo Vittime dell’Amianto non ha ancora emanato il Decreto attuativo (che doveva essere fatto entro 90 giorni dalla Legge del gennaio 2008).

Nella piazza, la protesta davanti la Camera è continuata con una Assemblea in cui hanno preso la parola i rappresentanti delle Associazioni Vittime Dell’Amianto ed i lavoratori. All’inizio dell’assemblea, i lavoratori della Cooperativa di Larderello hanno cantato una canzone che ricordava i loro compagni morti e tutte le vittime dell’amianto.

Subito dopo, gli interventi dei lavoratori hanno evidenziato i drammi familiari ed umani che il Killer amianto ha prodotto su migliaia di lavoratori distruggendo centinaia di famiglie. 


Poi, i rappresentanti dei lavoratori e delle Associazioni, e alcuni rappresentanti delle Istituzioni tra i quali alcuni sindaci con le fasce tricolori di Bassiano e di Aprilia, il consigliere provinciale di Latina e due parlamentari, on. Domenico Scilipoti IDV e l’on. Maria Teresa Amici PD, dopo aver ascoltato gli interventi e le testimonianze dei familiari, hanno preso la parola impegnandosi pubblicamente a sostenere questa lotta riconoscendo che l’amianto è una grave emergenza umana, sociale e ambientale.


Alle 17.00, la manifestazione che si concludeva si spostava nella sala del Refettorio di Palazzo San Macuto per la presentazione del libro: “ Lo Stato dimentica l’amianto Killer”, dell’avv. Ezio Bonanni.

La sala, era gremita e centinaia di lavoratori non hanno potuto accedere. 


Durante l’assemblea, è stato affermata la necessità che per la sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro e nel territorio bisogna eliminare tutte le sostanze cancerogene, non essendoci alcuna soglia di tolleranza ed il rischio deve essere zero. 

Roma, 18 gennaio 2010 

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio - cip.mi@tiscalinet.it - 335/7850799
Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana - avani_presidente@hotmail.it - 335/8056074
Associazione Esposti Amianto Regione Friuli Venezia Giulia - segreteria@aea-fvg.org - 040/370380
Osservatorio Nazionale Amianto - osservatorio.amianto@tiscali.it
Associazione Italiana Esposti Amianto Toscana (sez.Larderello) - mcardellini@alice.it e Aiea Sezione Ferentino
Associazione “Contramianto e altri rischi Onlus” contramianto@libero.it

17 gennaio 2010

Multiservizi: l'acqua è sicura!

Proprio in questi giorni si è acceso un forte interesse sull’amianto che ha toccato in qualche modo anche la nostra Azienda. Da diversi anni seguiamo le problematiche scientifiche relative all’amianto in collaborazione con l’Azienda Sanitaria, ASUR n. 4, che ha condotto approfondite ricerche in materia.
Il sig. Montanari, dell’associazione Ala di Senigallia, che ha tenuto contatti epistolari e telefonici sia con l’Asur che con la nostra Azienda è informato delle conclusioni alle quali si è giunti, le ultime lettere gli sono state inviate nell’estate del 2009. Il motivo per cui la nostra Azienda è stata chiamata in causa riguarda le condotte idriche che fino agli anni ’60 erano realizzate in tutto il mondo, Italia compresa, in fibrocemento.
In seguito alla messa al bando di questo materiale ci si è chiesti se le vecchie condotte potevano ritenersi ancora idonee al trasporto dell’acqua e se questa dovesse essere sottoposta a nuove e particolari analisi. Sulla questione, trattata con grande senso di responsabilità dalle autorità competenti, è intervenuta a più riprese la ASUR di Senigallia che ha portato pareri dell’Istituto Superiore di Sanità e di altre organizzazioni internazionali che stanno conducendo ricerche in materia. Le conclusioni a cui, ad oggi, si è giunti sono rassicuranti per quanto riguarda la distribuzione dell’acqua. Confermano che non è necessario sottoporre l' acqua a specifiche analisi in quanto nelle vecchie condotte si è formato uno strato protettivo di carbonato di calcio che isola l’acqua dal contatto con la tubazione. Ad oggi, infatti, non c’é nessuna nuova indicazione di legge e le analisi dell’acqua, condotte dall’ASUR e dal laboratorio aziendale, seguono le disposizioni vigenti in materia di controlli sull’acqua potabile (Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n.31).
Sul sito Multiservizi S.p.A. si trovano pubblicati i certificati di analisi per ogni Comune. La nostra Azienda sta comunque procedendo alla sostituzione progressiva delle vecchie tubazioni secondo un programma che tiene conto delle reali necessità del territorio, non solo, “approfitta” di ogni rottura o anche minimo guasto di una tubazione per sostituirne un lungo tratto. Abbiamo voluto chiarire gli aspetti che riguardano il nostro lavoro, considerazioni di tipo diverso su questo delicato argomento vanno lasciate a chi ha le opportune e approfondite competenze scientifiche.
da MultiServizi SpA

da viveresenigallia.it

14 gennaio 2010

Senigallia, amianto all'Opera Pia. Le indagini della Questura e Asur

Una lastra di amianto all’istituto per anziani Opera Pia di Senigallia. Sarebbe questa l’incredibile e casuale scoperta - in fase di accertamento - effettuata da un solerte agente della Polizia stradale dopo il fermo di un camion che trasportava rifiuti e diretto proprio alla casa di riposo.

Mercoledì 13 gennaio intorno alle ore 17 un posto di blocco ha fermato per un normale controllo un camion che transitava sulla Statale. Dalle verifiche è saltato fuori che trasportava rifiuti pericolosi senza la rnomale certificazione che denuncia il trasporto e così il mezzo è stato sequestrato. Dalle dichiarazioni del conducente di cui però non è stato riferito alcun dato sembra che il mezzo pesante fosse diretto alla casa di riposo.

Poco tempo dopo l’agente della stradale è andato alla casa di riposo per anziani per capire meglio e far luce sulla vicenda e tra i calcinacci dei lavori che si stanno effettuando al piano superiore, quello dell’infermieria, è stata ritrovata una lastra di quello che sembra a prima vista essere amianto.
Di qui la chiamata immediata alle autorità sanitarie, Asur e Asl, che ad un primo e approssimativo controllo sembra abbiano confermato la tesi ma fino all’esito degli accertamenti non v’è la certezza che si tratti di amianto.

Se fosse così, preoccupa l’incuria con cui un tale materiale è stato lasciato senza protezioni o senza che venisse presa la benchè minima precauzione, ma tutto è ancora da verificare, potendo trattarsi anche di un falso allarme. Da accertare anche il coinvolgimento dei responsabili dell’istituto che potrebbero esser stati all’oscuro del ritrovamento. Per ora le indagini della Questura.

da 60019.it

08 gennaio 2010

Amianto nascosto sottoterra: la quantità è inferiore ma nessuno lo afferma pubblicamente

In questi giorni la stampa locale ha in più circostanze trattato una tematica che al sottoscritto sta particolarmente a cuore. Mi riferisco ad una quantità di “amianto nascosto sottoterra” come titolato appunto da un organo di informazione regionale lo scorso 5 gennaio.

Si tratta di amianto ritrovato da parte della ditta Polo Holding durante i lavori del sottopasso tra via Podesti ed il lungomare. Da quanto riporta l’articolo in questione, le operazioni di bonifica sono state affidate alla ditta Edra Ambiente di Senigallia, per un importo a carico del Comune di 36.000. euro.

Il 6 gennaio scorso è stato pubblicato un altro articolo sempre inerente la questione così titolato: “Amianto, l’Asur all’oscuro di tutto” specificando che anche che il dott. Giovanni Fiorenzuolo (direttore dell’ufficio d’igiene) non ne fosse al corrente. In effetti, i fatti risalgono allo scorso 26 novembre 2009, ma solamente in questi giorni è stata pubblicata la determina che rimarrà esposta sino al 13 gennaio.

In data 8 gennaio, ancora un articolo sulla stampa locale, sempre come argomento il sottopasso in questione. A riguardo viene ribadito il ritrovamento e l’avvenuta rimozione di 40.000 chilogrammi di eternit dal sottosuolo di via Lucca.(quantità equivalente a 25 metri cubi di materiali).

Dato che il sottoscritto viene menzionato varie volte sulla questione, questa mattina (8 gennaio ndr) mi sono recato all’ufficio d’igiene dal dott. Giovanni Fiorenzuolo per conoscere più approfonditamente i fatti. Dopo un confronto che definisco molto importante, sono stato autorizzato da parte del dott. Fiorenzuolo ad esporre alla cittadinanza la verità dei fatti.

“Non è vero – come rimarcato dal dott. Fiorenzuolo - che l’ufficio d’igiene non ne era al corrente ma per una svista fu detto il contrario in quanto si trattava di un ritrovamento avvenuto nel novembre dello scorso anno”.

Ma secondo il sottoscritto, la cosa più importante è che gli ispettori, visionata la zona incriminata, avevano valutato la quantità di amianto per un 3% (massimo 4%) di amianto in pezzi sul totale di 40.000.Kg.

Per cui il ritrovamento di amianto, che poi la discarica formulerà con apposita certificazione all’ASUR, si aggirerà su circa 1.600 chilogrammi, mentre il resto è terra da riporto.

Mi sembra una giusta precisazione, anche a dimostrazione del fatto che bonificare da amianto non è una cosa semplice e che le operazioni stesse implicano costi importanti.

Il presidente ALA
Carlo Montanari

Senigallia, 8 gennaio 2010


02 gennaio 2010

Da mesi si attende un'analisi dell'acqua erogata dal pubblico acquedotto di Senigallia

Sono mesi che il sottoscritto attende una risposta dalla Multiservizi – acquedotto acqua potabile – per conoscere i risultati delle analisi dell’acqua erogata dal pubblico acquedotto nel Comune di Senigallia. L’obiettivo è di sapere se si faccia l’esame sulla presenza o meno di fibre di amianto. Non mi sembra una richiesta assurda, ma soprattutto si tratta di una richiesta che merita una risposta.

Considerando che attendo dallo scorso mese di agosto, ho anche deciso di rivolgermi ad un legale per sapere se sia non sanzionabile dalla legge non rispondere alla richiesta di un’associazione. Di seguito, riporto la lettera indirizzata alla Multiservizi lo scorso 25 agosto 2009.

ALA Associazione lotta all’amianto
Via delle Rose,7 Senigallia (Ancona)

Spett.le
MULTISERVIZI ACQUEDOTTO ACQUA POTABILE
Via del Commercio, 29
60100 ANCONA

OGGETTO: ANALISI ACQUA EROGATA DAL PUBBLICO ACQUEDOTTO NEL COMUNE DI SENIGALLIA
Con la presente, si pongono alcune osservazioni a seguito della mia missiva del 17 luglio scorso (prot. 19974 sigle ATC / RB /rb allegati 1) ed alla conseguente Sua risposta prot. 5200 sigle ATC / RB /rb – tra l’altro recapitatami con data retroattiva per rispondere entro i 30 giorni Legali (12 agosto 2009) - pervenutami il 20 agosto scorso come da timbro postale.
Se intende prendere la questione con scarsa considerazione si sbaglia di grosso. Il sottoscritto, in effetti, non può essere considerato talmente ottuso al punto da porgli riferimenti passati a considerazioni già descritte chiaramente, citando addirittura fonti del Ministero della Sanità di Roma, cioè che le fibre eventualmente ingerite, non provocano alcun danno alla salute.
Lei cita addirittura che a Senigallia personale dell’ASUR può effettuare autonomamente e liberamente campioni di acqua potabile da sottoporre ad analisi. Ma non dice che effettuano analisi su eventuali presenze di fibre di amianto.
Se non era al corrente della lettera che il dott. Giovanni Fiorenzuolo sempre a proposito di contaminazione da fibre di amianto nelle acque potabili, le allego il documento di riferimento dove si evidenziano alcuni punti molto significativi.
Secondo il Safe Driking Water Committee della National Academy of Sciences statunitense il rischio tumorale associato alla presenza di amianto nelle acque potabili sarebbe dell’ordine di 1 TUMORE GASTROENTERICO ogni 100.000 abitanti che abbiano ingerito per 70 anni di vita acque con concentrazioni di amianto paria 0.1 – 0.2 MFL (milioni di fibre x litro).
Vorrei inoltre puntualizzare di aver individuato da internet recenti comunicazioni molto allarmanti circa le condotte di acqua potabile in cemento-amianto, che allego ugualmente per Sua conoscenza.
Le faccio inoltre presente che il sottoscritto porta avanti l’Associazione con altre persone da ben 5 anni con il precedente di aver dovuto affrontare nel 2003-2004-2006 tre interventi di TUMORI da amianto, come confermato anche da parte di medici esperti di Medicina Legale.
Il considerare l’amianto pericoloso soltanto inalandolo e provocando tumori ai polmoni è stato smentito dal fatto che da fonti scientifiche si può affermare che stando a contatto con l’amianto possono insorgere TUMORI alla Laringe-carcinoma polmonare-placchepleure-asbestosi-mesotelioma-gastro intestinali GIST-alla vescica ed alla prostata.
Quindi la mia richiesta di ritrovamento di fibre di amianto nelle acque potabili non è una presa di posizione verso la Sua Azienda, ma considerando la cosa che investe tutto il mondo, mi sembra logico insistere che si faccia questa benedetta analisi di fibre di amianto. In conclusione si può affermare che le fibre di amianto sono particolarmente invasive per i tessuti del corpo umano. Il mio obiettivo è solo quello di poter lavorare ed informare per salvare vite umane tralasciando solo le considerazioni scientifiche che portano a sviare il problema che, come ben capirà, investe un campo molto più vasto di quello che viene oggi preso in considerazione in Italia.

Distinti saluti
Il presidente ALA
Carlo Montanari 
Senigallia, 25 agosto 2009