21 gennaio 2008

Il Sen. Casson conferma: l’amianto cancerogeno dal 1960

Nei giorni scorsi si è svolto presso l’auditorium San Rocco di Senigallia un interessante incontro alla presenza del senatore Felice Casson che, nell’occasione, ha presentato un proprio libro su quanto accaduto a Porto Marghera.

L’appuntamento non ha ottenuto grandi riscontri a livello comunicativo e questo fatto lascia purtroppo molto rammarico. In effetti il personaggio in questione avrebbe meritato molta più attenzione per la sua esperienza e per il proprio impegno nella lotta contro l’amianto e tutti quei materiali cancerogeni che da anni stanno provocando la morte di lavoratori.

Per questo motivo non posso non sottolineare una dichiarazione del senatore Casson che, senza troppi giri di parole, ha sostenuto la pericolosità e la cancerogeneità dell’amianto e del cloruro di vinile per le produzioni in pvc sin dal lontano anno 1960.

Quello che ha maggiormente colpito – e non solo il sottoscritto ma l’intero pubblico presente al san Rocco – è però il fatto che sin dal 1960 chi di dovere era perfettamente a conoscenza del rischio mortale dell’amianto. Ma sin dal 1960 una sorta di “patto di alleanza” tra organi istituzionali e titolari di aziende produttrici di prodotti cancerogeni, ha evitato che la questione venisse divulgata e portata a conoscenza dell’opinione pubblica.

Parole forti, dichiarazioni che devono far riflettere su un problema che da mezzo secolo continua a provocare morti. Le sentenze sulla cancerogeneità dell’amianto sono poi giunte a distanza di anni ma, tutto ciò, è avvenuto soltanto per mancanza di una comunicazione che certi potenti hanno fortemente voluto.

E allora a nome di un’associazione che lotta contro i rischi dell’amianto e che ha pianto la morte di decine e decine di colleghi, chiedo di considerare il problema amianto nella giusta maniera. Mai sottovalutare una questione che resta pericolosissima e che, se non affrontata nella giusta maniera, può anche oggi determinare conseguenze mortali.

Senigallia è stata e resta a tutt’oggi una delle città a più elevato rischio amianto di Italia. Soltanto questo dato meriterebbe una valutazione particolareggiata in qualsiasi minima circostanza si abbia a che fare con l’amianto. E per questo mi rivolgo per l’ennesima volta agli amministratori ed agli attuali organi istituzionali pregandoli di affrontare senza tralasciare il minimo dettaglio qualsiasi intervento abbia a che fare con l’amianto.

Le conseguenze dell’amianto si iniziano ad avvertire a distanza di anni: per questo oggi non si può sbagliare mai, neanche minimamente.

IN FEDE
(Carlo Montanari)

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