Dato che sono stato nominato nell’articolo colgo l’occasione per far conoscere pubblicamente la corrispondenza con Multiservizi".
In data 10.03.2005 si diceva…"A questo punto è stato contattato L’Istituto Superore di Sanità di Roma e si è avuta conferma di quanto già noto e riportato nella letteratura in materia: le fibre di amianto, eventualmente ingerite, non provocano nessun danno alla salute per cui un’analisi per verificare la loro presenza nell’acqua non ha alcun interesse pratico in quanto, anche se rilevante, non si potrebbe affermare che l’acqua non è potabile. In sostanza non ritiene necessaria l’analisi richiesta. (firma ing. Patrizio Ciotti – Direttore Generale);
in data 30.07.2009 si diceva…Ci preme tranquillizzarVi sulla assoluta sicurezza delle tubazioni in quanto all’interno sono completamente ricoperte di calcio e altri sali minerali che l’acqua deposita. (firma ing. Stefano Fanesi – Responsabile area commerciale e marketing);
in data 12.08.2009 si diceva...In merito alla particolare analisi tendente ad accertare l’eventuale presenza di fibre d’amianto nell’acqua, vi alleghiamo copi della lettera già inviata in data 11.03.2005 con la quale abbiamo chiarito i motivi per cui la stessa non è ritenuta necessaria. (firma ing. Bruno Rossini - Area territorio costa);
Nella nostra lettera del 25.08.2009 di cui ancora attendevo risposta dicevamo…Da una lettera del dott. Giovanni Fiorenzuolo dell’ASUR di Senigallia: Secondo il Safe Driking Water Committee della National Academy of Sciences statunitense il rischio tumorale associato alla prersenza di amianto nelle acque potabili sarebbe dell’ordine di 1 TUMORE GASTROENTERICO ogni 100.000 abitanti che abbiano ingerito per 70 anni di vita acque con concentrazioni di amianto pari a 0,1-0,2 MFL (milioni di fibro x litro). Tanto per la precisazione e non per creare alcuna polemica chi scrive è ammalato oncologico da amianto.
da Carlo Montanari
presidente A.L.A.
da viveresenigallia.it
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